5 cose che il nuovo video degli Slipknot insegna sul music business a chi non ascolta metal

Il 31 ottobre, gli Slipknot sono tornati a sorpresa pubblicando in maniera del tutto inaspettata, il video del brano All Out Life che anticipa il nuovo disco già annunciato per il 2019. Per un ascoltatore non abituato al genere, imbattersi nella musica della band originaria dell’Iowa che nel 2019 celebrerà i vent’anni dall’uscita del primo grande successo, può essere un’esperienza spiazzante e a tratti traumatica. Sonorità aggressive, riffing e drumming impetuosi ed una voce potente e graffiante, caratterizzano lo stile di una band che si è liberata da anni dal marchio nu-metal rifiutando qualsiasi etichetta generalizzante in nome di una personalizzazione assoluta che trascende gli elementi prettamente musicali. Vedere oltre che ascoltare gli Slipknot, se non si è abituati a decodificarne il linguaggio espressivo, significa vivere emozioni disturbanti in cui cascate di sangue splatter, riferimenti horror e allusioni sataniste ed esoteriche, sono il marchio di fabbrica visuale e narrativo della casa. Fin dall’esordio nel lontano 1999, la band è stata additata da molti commentatori come un fenomeno di marketing ma dopo vent’anni, i nove musicisti mascherati sono ancora qui a spiazzare e far parlare di sé, riuscendo nel difficile obiettivo fallito da molte altre band dell’epoca, di durare ed accrescere la propria fanbase anno dopo anno. Continuano a dividere tra chi li ama e chi li odia, senza mezze misure, ma al di là dei gusti e delle posizioni personali, vediamo insieme 5 cose che gli Slipknot possono insegnarci sulla promozione musicale.

1. ESSERE DIVERSI

“We are not your kind” ripete ossessivamente il refrain di All Out Life e con questo gli Slipknot ribadiscono e rivendicano di essere diversi. Diversi da chi? Non conta. Questo valore che unisce i nove sul palco e la miriade di fan sparsi per il globo, è la matrice di un rapporto basato su di un concetto semplice e tagliente: la diversità come paradigma di libertà urlata in faccia, come un adolescente in rotta col mondo, che vomita il suo disagio verso una condizione di normalità nella quale non si riconosce. Non importa chi è il nemico, il modello di normalità dal quale ci differenziamo, ma conta la presa di posizione che unisce l’artista ed il suo pubblico, quel pubblico che si riconosce e si lascia rappresentare dal messaggio della band.

2. I MAGGOTS

Gli Slipknot, ormai da molti anni, hanno dato un nome ben preciso al proprio pubblico. Li chiamano “maggots”, i vermi, parassiti di un’umanità degradata e intossicata a cui danno voce attraverso la propria musica. Essere un maggot è come far parte di una setta a cui la band regala esperienze esclusive (ed ovviamente premium price). La band ha da sempre utilizzato l’alone di mistero dato dalle tematiche, dall’immaginario visivo ed ovviamente dalle maschere, come un tendone del circo nel quale lasciare entrare solo gli iniziati. Appassionarsi agli Slipknot significa lasciarsi coinvolgere in un vortice morboso di ricerca di dettagli celati ed occulti, pagine segrete sul sito web della band, significati esoterici e contenuti esclusivi. Nulla di meglio per fidelizzare il proprio pubblico!

3. VISUAL HAMMER APERTO

Il nuovo video non porta in scena la band, almeno non in maniera evidente, non c’è il gruppo che suona, ma solo una folla di senza volto che si muove in blocco, come un organismo unico, un organismo marcio e sanguinante. Non c’è una vera e propria storia, lo script è di difficile decifrazione, ognuno può leggerlo come gli pare, modellando il proprio disagio sulle scene serrate e irritanti, e non si è nemmeno certi che l’approccio registico voglia necessariamente dare una prospettiva unica sul significato. La potenza visuale ti colpisce e ti spiazza fin dalla prima visione, lasciando aperta la finestra ad ogni interpretazione personale.

4. EMOZIONARE

Le emozioni non sono sempre positive. All Out Life non conforta, non ammicca all’ascoltatore, non esalta. Il nuovo singolo degli Slipknot non emoziona nel senso buono del termine ma fa di tutto per attaccare la nostra sensibilità, per determinare una reazione emotiva forte. Che possa piacere o no, non ci lascia indifferenti e la sua capacità di riuscire a toccare le corde dei sentimenti del pubblico affezionato così come di quello occasionale, testimonia tutta la potenza di questa band.

5. EMOZIONARSI

Nonostante le maschere, la cinematograficità dell’esperienza visiva, la super produzione ed un approccio del tutto mainstream, gli Slipknot sono percepiti dal proprio pubblico come veri, sinceri. Il gruppo dell’Iowa, ancora oggi dopo vent’anni, è in grado di emozionarsi, provare sentimenti profondi e raccontarlo in maniera brutale e credibile. Quando qualche anno fa, il bassista della band fu trovato morto in una camera d’albergo, gli Slipknot superstiti rilasciarono la loro unica conferenza stampa collettiva senza le immancabili maschere, a voler segnalare che non c’è showbiz che regga alla potenza del dolore. Passano gli anni, aumentano gli estimatori almeno in proporzione a chi li detesta, ma questo gruppo riesce ancora, agli occhi del proprio pubblico, a portare in scena i propri demoni più reconditi e la propria anima, e questo è il più grande insegnamento che gli Slipknot possano regalarci.

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