Di recente ho letto un’intervista estremamente interessante in cui Nick Tieder, General Manager per il Nord America di Frontiers Records, rispondendo a chi gli chiedeva che consigli dare ad una band emergente, ha dichiarato:
“Prenditi cura del tuo orticello. È facile perdersi nel sogno ad occhi aperti di conquistare la tua nazione e poi il mondo, ma preoccupati prima della tua città natale. Conosci tutti i promoter locali ed i proprietari di locali. Esci e supporta le altre band, diventaci amico. Se nessuno ti da una serata, mettiti insieme ad un’altra band ed organizza il tuo show in uno spazio insolito. Fai amicizia con le attività commerciali locali come birrifici, coffee shop, negozi di tatuaggi ed ovviamente negozi di dischi, e vedi se ti lasciano organizzare un concerto lì.” [leggi l’intervista intera qui]
Le parole di Nick sono potenti come un’ascia.
Lavorando in un’etichetta discografica, so di cosa parla, lo vedo ogni giorno.
Siamo talmente abituati a proiettarci nel mondo dei social che perdiamo completamente di vista la realtà che ci circonda.
Le distanze ed il tempo non contano nell’era del web e dopo due giorni dall’uscita del nostro nuovo disco siamo convinti che debba succedere tutto e subito, che dall’oggi al domani il mondo si accorgerà di noi, che nel giro di un mese saremo su tutte le riviste e ancor prima in tour…
Ma poi, passano le prime cinque settimane e, per qualche strana ragione, tutto questo non succede.
Ad impattare contro la realtà ci vuole un attimo.
Per fortuna c’è sempre un capro espiatorio come la crisi, le etichette discografiche, i talent, le agenzie di booking, i locali che non hanno pubblico, i giornalisti, i furbi, gli amici degli amici…
Dopo due mesi ci siamo trasformati.
Da entusiastica band pronta a conquistare il mondo, siamo diventati incazzati e polemici opinionisti online, pronti a lamentarsi e a sparare fango su quel mondo nel quale, fino a sessanta giorni prima, desideravamo entrare più di ogni altra cosa al mondo.
Questo succede più del 90% delle volte, fidati di me, e rappresenta la più grande causa di insuccesso delle band emergenti rock.
Il problema è che le band sono convinte che si possa competere nei cento metri piani alle olimpiadi, senza aver prima vinto le selezioni regionali, nazionali ed i campionati europei.
Se vuoi davvero iniziare a capire qualcosa in questo mondo, farai bene a tenere a mente quanto ti sto per dire.
Hai bisogno, più di ogni altra cosa, di pazienza e di tempo.
Devi avere pazienza perché grandi cose richiedono tempi di realizzazione lunghi.
Ma non è tutto.
Se non hai un piano, una strategia, allora non hai idea di cosa stai aspettando e in che direzione orientare i tuoi sforzi futuri.
La mia esperienza personale, come musicista prima e come discografico poi, mi suggerisce che Nick Tieder abbia dannatamente ragione.
Nell’intervista al manager americano, il consiglio di partire dalla propria realtà locale potrà sembrare poca roba per qualcuno, ma è esattamente l’unica cosa che può permetterti di sperare di farcela in questo settore.
Le sue parole possono rappresentare una vera e propria road map per dare una direzione ai tuoi sforzi, un piano di lavoro che puoi iniziare a realizzare fin da subito fissando degli obiettivi concreti e in grado di fare da indicatori di performance: se il piano funziona saprai che la direzione intrapresa è corretta; se le cose non vanno come programmato potrai essere sicuro che cambiare strada è l’unica cosa da fare.
Qualcuno la chiama ancora gavetta, ma cerchiamo di essere più precisi.
Per adesso tieni a bada la smania di confrontarti con l’universo mondo, di pensare ai grandi numeri, ai tour, alle vendite nei negozi, agli streaming e alle visualizzazioni.
Prima delle olimpiadi è bene vincere i campionati continentali, prima ancora i nazionali ed i regionali, ma se non sei il più forte del tuo quartiere, se non ti conoscono tutti in città, come puoi competere ad un livello più alto?
Con la musica, la cosa funziona allo stesso modo.
Lo so che starai pensando che dalle tue parti il genere che suoni non è molto apprezzato quindi non ci sono speranze di avere una fanbase locale, ma proviamo a ragionarci su.
Oggi una band deve curare il rapporto diretto col proprio pubblico, creando un legame personale che vada oltre la musica. Devi preoccuparti di avere credibilità, di coinvolgere le persone per i contenuti, per quello che hai da dire come artista, al di là dello stile.
Il vantaggio di parlare al pubblico che puoi raggiungere di persona, che ti conosce direttamente, è quello che vieni valutato per la qualità dei tuoi contenuti e rispettato se quanto hai da dire è di valore.
Se non hai contenuti ma sei solo la copia della tua band preferita, credi che basterebbe trovare più persone che ascoltano il tuo genere per avere successo?
La risposta ovviamente è no, devi lavorare sui tuoi contenuti, sui messaggi, sulla storia che vuoi scrivere e raccontarti bene, imparare a farlo con professionalità e avere il coraggio e la forza di non arrenderti.
Devi partire dai contatti diretti.
Un contatto diretto è qualsiasi persona con cui hai un rapporto personale.
Inizia con le persone che conosci fisicamente, gli amici, i conoscenti, chi incontri al bar o ad un concerto.
Cerca di capire se riesci a comunicare bene la tua musica, se i messaggi arrivano a qualcuno, se ricevi dei feedback, se le persone si sentono rappresentate dalle tue canzoni.
Questo ti permetterà di crescere come persona prima che come comunicatore e artista, e se vuoi confrontarti ad alti livelli è bene che prima di tutto abbia qualcosa da dire ed una buona esperienza.
Se non funziona, non cambiare stile, non cercare di fare musica che credi sia più di moda. Cambia piuttosto il modo di comunicare, di raccontarti, lascia che le persone entrino nel tuo universo emotivo ed espressivo, racconta le tue scelte artistiche, condividi e non essere avaro di contenuti.
Il pubblico vuole emozionarsi, vuole conoscerti, non vuole solo eventualmente ascoltare la tua musica, ma sintonizzarsi col tuo modo di vedere le cose perché se ne sente parte e rappresentato in qualche misura.
Riguardo ai contatti diretti, non pensare solo al pubblico.
Fai amicizia con i direttori artistici dei locali della tua zona, con i negozi di dischi o altre attività commerciali che potrebbero tornarti utili in futuro e che condividono con te interessi anche oltre la musica, come centri di tatuaggi, negozi di strumenti musicali, store di abbigliamento e moto, o qualsiasi altra cosa ti possa venire in mente (il mio barbiere per esempio è un grandissimo appassionato di rock ed un collezionista di dischi imbattibile).
Informati se ci sono radio indipendenti, giornali locali e prova ad incontrarli di persona.
Vai a conoscere le altre band, fai amicizia, supporta la scena locale e, se non esiste ancora, creala tu, sii intraprendente, organizza un collettivo, un’associazione, condividi e parla con quante più persone puoi!
Non trovi locali che ti facciano suonare?
Unisci le forze (e la fanbase) con un’altra band, insieme chiedete ad un club della zona di lasciarvi organizzare un evento dato che avete duecento persone che vogliono venire a sentirvi dal vivo e poi dimmi se non ti trovano uno spazio in agenda alla svelta.
Se comunque non trovi un locale pubblico, fa come dice Nick, organizza il tuo live in un posto diverso da un club, non lamentarti che non ci sono spazi, sei un artista ed un musicista, non dovrebbe essere la cosa più difficile per te essere creativo!
Una scena locale ed il farne parte, ti mette in una condizione di forza strategica pazzesca.
Una scena che funziona attrae altri artisti da fuori zona e ti mette in condizione di invitare altre band più grosse, di creare scambi date, ospitare giornalisti ed addetti ai lavori che altrimenti sarebbero passati dalle tue parti solo in vacanza. In questo modo incrementi il tuo network, i tuoi contatti, ed intanto impari ad ottimizzare i tuoi contenuti, migliori la tua musica e la tua capacità di capire come funziona questo settore.
Lo so che tutto questo può sembrarti diverso dalla tua idea di tour mondiale e migliaia di copie vendute, ma è l’unico modo per creare realmente movimento intorno alla tua musica e, come capisci bene, richiede molto tempo.
La maggior parte dei gruppi che sono esplosi negli ultimi anni, anche quando alle spalle ci sono marchi discografici importanti, sono sempre partiti solo dopo aver consolidato il proprio successo a livello locale.
Se non sei in grado di muovere nemmeno 100 persone nella tua città, credi che un’etichetta, un’agenzia di promozione o il pubblico a migliaia di chilometri da te, possa credere in quello che fai?
In un mondo in cui tutto sembra esistere solo sul web, a volte dimentichiamo di curare l’unica cosa davvero indispensabile: la nostra credibilità personale.
Quella non la puoi comprare con la pubblicità e le sponsorizzazioni, ma devi conquistartela sul campo e nel corso del tempo.
Nick Tieder ha ragione, prenditi cura del tuo orto, fa le cose bene e non aspettarti che gli altri vengano ad offrirti il mondo servito sul piatto d’argento.
Guarda lontano ma resta coi piedi per terra in modo da poter fare un passo alla volta per andare nella direzione che desideri.
La strada per farcela nel mondo della musica esiste davvero, ma devi conquistartela da solo facendo il primo passo.
Buona musica e in bocca al lupo!