La prima volta che ho incontrato Riccardo Vitanza è stato negli uffici di Parole & Dintorni a Milano. Mentre lo aspettavo nella grande sala riunioni dove gentilmente una sua assistente mi aveva fatto accomodare, rimasi qualche minuto a guardare le pareti tappezzate di copertine di Rolling Stone, le locandine dei concerti, le foto personali con Ligabue, Zucchero, Jovanotti, l’immagine di Pino Daniele, il grande poster con la dedica di Allevi: “Grazie Riccardo per aver trasformato questo sogno in realtà”…
Proiettare un contenuto dall’intimità dei sogni alla dimensione pubblica e reale, amplificare quello che un artista produce, fa, o sta per fare, è la specialità della casa qui ai piani alti dell’industria musicale italiana, negli uffici dell’amministratore unico di una delle agenzie più potenti e conosciute, Parole & Dintorni, da oltre un decennio docente del corso di Ufficio Stampa e Comunicazione al Master in Comunicazione Musicale dell’Università Cattolica di Milano, editore, esperto di marketing, amico dei grandi della musica ma sempre attento alle nuove realtà e ai giovani, grande appassionato di reggae e di calcio.
Riccardo è la persona ideale per una breve chiacchierata sull’ufficio stampa e sui nuovi scenari della promozione nel music business 3.0, per migliorare la nostra competenza riguardo a dinamiche ed ingranaggi della comunicazione musicale odierna.
- Riccardo, benvenuto sulle pagine virtuali del mio blog! “La notizia prima di tutto” sembra lo slogan di qualsiasi ufficio stampa, ma chi conosce il tuo lavoro sa bene che ci vogliono anche estrema competenza, creatività, credibilità, e poi sapersi orientare tra i nuovi e vecchi media con lungimiranza e strategia. Come si articola il lavoro dell’ufficio stampa perfetto ai nostri tempi?
“La funzione principale dell’ufficio stampa è da sempre quella di aiutare l’artista nella costruzione della propria immagine. La gestione e la trasmissione dell’informazione ai media (cartacei, web o radio/tv) è finalizzata essa stessa al rafforzamento e al consolidamento dell’immagine dell’artista, ad influenzare e orientare le opinioni dei giornalisti, arrivando quando serve anche alla costruzione della notizia, senza però mai cadere nella “trappola” dell’informazione falsa e tendenziosa. Il compito di un buon ufficio stampa è di selezionare il flusso di informazioni provenienti dall’artista per poi tradurla in notizie interessanti per gli interlocutori mediatici. Non può toccare ai giornalisti dover “pescare” nell’oceano indiscriminato di informazioni che circolano o vengono trasmesse tramite comunicati la notizia di proprio interesse, è l’ufficio stampa a dover selezionare a chi può interessare quella certa informazione e stabilire qual è il modo migliore per veicolare il messaggio. Fra ufficio stampa e giornalista deve nascere un rapporto di mutua assistenza, ma sempre nel rispetto della deontologia professionale e in un’ottica di informazione corretta e obiettiva, che si basi sulla professionalità e sulla conoscenza degli strumenti di comunicazione.
A livello pratico, il lavoro del perfetto ufficio stampa si articola nelle fasi di:
- definizione, organizzazione, redazione, allestimento ed invio del materiale stampa, fotografico e di altro materiale professionale;
- responsabilità, ordinamento e gestione dei rapporti con gli media interessati all’oggetto della comunicazione (dal semplice contatto per l’invio di notizie, o di un’informazione, all’organizzazione/sollecitazione di interviste, dalla richiesta di opinioni, pareri ed interviste a persone collegate al suddetto oggetto fino all’ideazione/organizzazione di appositi articoli e servizi);
- responsabilità, coordinamento e gestione dei rapporti con i giornalisti definiti a priori in merito all’oggetto della comunicazione e con i giornalisti abituati che appartengono al mondo del suddetto;
- organizzazione, gestione e supervisione di conferenze e incontri stampa;
- consulenza di comunicazione, copywriting e marketing per azioni di publicity e/o campagne pubblicitarie stampa/radio/tv/affissioni/altri mezzi;
- rassegna stampa, come esposizione dei risultati raggiunti e come input/sollecitazione per ulteriori azioni e/o approfondimenti di ufficio stampa (con monitoraggio tempistico dei ritorni di stampa).”
- Con l’avvento del digitale negli ultimi 15 anni, il mondo della musica è cambiato del tutto. Gli artisti hanno dovuto imparare a comunicarsi in maniera molto più autonoma del passato utilizzando social network e pagine personali per creare ed eventualmente consolidare rapporti diretti con il proprio pubblico. Dalla prospettiva di un artista emergente, in che modo l’ufficio stampa si inserisce in questa dinamica e quale è la maniera per trarne maggiori benefici oggi?
“L’ufficio stampa ha il dover di adeguarsi ai tempi che corrono per quanto riguarda strumenti e linguaggi, ma la sua funzione di base rimane immutata negli anni. Nessun artista, grande o piccolo che sia, può da solo sostituirsi alla funzione dell’addetto stampa o di un team di esperti di comunicazione. Questo lavoro si gioca soprattutto sul piano delle relazioni interpersonali, per questo motivo l’ufficio stampa – a differenza degli artisti – ha l’obbligo e il dovere di mostrarsi sempre serio, reperibile, affidabile. Per un artista emergente la scelta di avvalersi di un buon ufficio stampa è determinante nel dare valore aggiunto al prodotto che egli intende promuovere e presentare al pubblico. Nell’epoca dei social, dei contatti fugaci e delle relazioni superficiali, l’ufficio stampa possiede un database di contatti ampio e differenziato, costruito e consolidato nel tempo, conosce e rispetta il lavoro dei propri interlocutori, segue alcune semplici regole per veicolare le notizie (la regola delle 4C, che si aggiunge alla classica regola delle 5W: la comunicazione deve essere chiara, completa, concisa, corretta), mettendosi nei panni di chi riceve e deve pubblicare le informazioni contenute nelle centinaia di comunicati stampa che ogni giorno vengono trasmessi. Quella dell’addetto stampa è una professione che ha molto a che fare con il giornalismo, per questo conoscere i meccanismi redazionali, i problemi e le esigenze ad essi connessi è fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia e di stima con i giornalisti. È importante essere punti di riferimento certi e affidabili, in grado di risolvere problemi e di non crearne.”
- Quando ci confrontiamo col successo nella maggior parte dei casi vediamo il risultato già acquisito perdendoci del tutto il percorso che lo ha prodotto. Parole & Dintorni oggi è tra le aziende leader del settore in Italia, ma chi ti conosce personalmente o ti segue professionalmente sa che sei partito dal basso, costruendo stagione dopo stagione il successo che oggi, e da tanti anni ormai, è sotto gli occhi di tutti. Quali sono i 3 consigli di Riccardo Vitanza per chi vuole trovare la propria dimensione professionale nel mondo della musica?
“Sono partito assolutamente da zero, non sono figlio d’arte né figlio di papà. Vengo da una famiglia semplice che ha dovuto fare dei sacrifici, mio padre era un benzinaio e mia mamma una casalinga. Ho ricordi meravigliosi della mia infanzia, trascorsa in Africa,e ricordi più difficili legati al passaggio dall’Eritrea all’Italia. A Milano sono arrivato nel 1984, in un periodo storico in cui non era facile, come non lo è ora, essere considerati “immigrati”. Ho iniziato a lavorare come copywriter in un’agenzia di pubblicità e poi sono stato assunto allo Zimba, storico locale di musica etnica, per il quale gestivo un bimestrale di cultura afro-latina. È così che sono entrato in contatto con il mondo dello spettacolo e con gli artisti. Nel 1989 ho curato la comunicazione del tour italiano di Ziggy Marley, il figlio di Bob. Nel 1990 ho aperto l’agenzia. Facevo tutto da solo, in un monolocale di 23 metri quadrati che era per me allora sia casa che ufficio. Con il tour del 1994 di Jovanotti le cose sono cambiate e ho dato vita alla società vera e propria. Per fare questo lavoro ci vogliono dedizione, abnegazione, passione e sicuramente un talento naturale. Per chi desidera dialogare con i media è indispensabile essere un bravo comunicatore e pr, bisogna saper sfruttare al meglio le proprie conoscenze personali di pari passo con le proprie capacità professionali. Dall’altro lato per chi desidera rapportarsi con gli artisti è necessario essere ottimi mediatori e, a tratti, anche dei bravi psicologi. Caratteristiche imprescindibili per un buon addetto stampa sono intelligenza, cultura, diplomazia, curiosità e fame di sapere.”
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